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Tom Ballard: solitaria invernale della Allain – Leininger sulla parete nord del Petit Dru

Posted on August 19, 2019

L’alpinista britannico Tom Ballard ha salito da solo ed in inverno la via Allain – Leininger sulla parete nord del Petit Dru (3,733m) nel massiccio del Monte Bianco. Questa è la quinta salita del suo progetto Starlight and Storm che prevede la salita delle sei grandi pareti nord delle Alpi in solitaria invernale in un’unica stagione. Ora manca all’appello solo la nord dell’Eiger.

Appena sei giorni dopo la rapida solitaria della via Colton – Macintyre sulle Grandes Jorasses, Tom Ballard ha ora salito in solitaria la via originale sulla parete nord del Petit Dru, aperta nel 1935 dai francesi Pierre Allain e Raymond Leininger. Ballard non aveva mai salito questa via né il Petit Dru in precedenza. La sua solitaria di 8 ore è arrivata dopo una "falsa partenza" dello scorso giovedì, quando il 26enne britannico temeva di aver perso non soltanto la finestra di bel tempo ma anche la chance di completare l’ambizioso progetto di salire le sei grandi pareti nord delle Alpi in solitaria, in inverno ed in un’unica stagione.

Ora l’unica montagna che manca all’appello è l’Eiger ma il tempo a disposizione non gioca certo a favore di Ballard; ufficialmente l’inverno finisce fra cinque giorni, venerdì 20 marzo. Ma questo è ciò che dice il nostro calendario, non certo quello che suggerisce la montagna, che è ben più importante. Va da sé che tutti auguriamo a Ballard buona fortuna e, soprattutto, sagge decisioni e buona arrampicata.


PETIT DRU PARETE NORD
di Tom Ballard

Dopo il mio successo sulle Grand Jorasses, ero naturalmente molto ansioso di cercare di inserire il successivo ed ultimo pezzo del puzzle. Mercoledì scorso, con zaini carichi di materiale, insieme al mio amico Ina abbiamo preso la funivia al Grand Montets e sciamo scesi con gli sci al ‘Pas de Cherve’. In alto la neve era dura e piena di gobbe, più in basso era melma fradicia! Una breve risalita con le pelli da foca ci ha portato alla Dru Rognon, dove sovrasta l’imponente Dru.

Abbiamo scavato un posto per la tenda e ci siamo rilassati al sole. Un tramonto bellissimo. Intorno alle 19.30 il vento è aumentato. La tenda veniva schiaffeggiata durante la notte. La mattina successiva il vento era ancora forte, potevamo sentire come ruggiva sulla parete nord. Sono andato su per fare una perlustrazione, ho trovato l’inizio della salita e l’attacco del Couloir del Dru che sarebbe stata la mia via di discesa. Poi mi sono infilato nuovamente nel mio sacco a pelo, ho dormito per qualche ora, e ho deciso di scendere a valle.

Per quanto ne sapevo, i venti sarebbero diminuiti, ma non del tutto. Non sono così entusiasta all’idea di arrampicare a mani nude sulla roccia con un freddo vento da nord. Così Ina ed io abbiamo smontato il campo, lasciando la tenda, corde e attrezzatura per una prossima volta. Siamo scesi con gli sci lungo dei facili pendii che ci hanno portato ad un tratto ben più ripido. Qui siamo riusciti a trovare un passaggio attraverso la morena fatiscente, scendendo al sole sotto enormi torri di ghiaccio vacillanti, che sembrava potessero cadere giù da un momento all’altro. Le rocce si staccavano dalla morena a intervalli sempre più frequenti, sfrecciando vicino a noi in modo allarmante. Certamente una trappola mortale. Mille volte meglio una fredda parete nord!

Abbiamo poi incontrato le orde di sciatori sulla Mer de Glace. Ma da dove vengono? Al mondo ci possono davvero essere così tanti sciatori e guide? Ero di pessimo umore, non mi piace stare in mezzo alla folla. In più, mi sentivo come se dovessi rimanere lì… e di questo ebbi conferma più tardi, quando vidi le previsioni del tempo. Venerdì sarebbe stato il giorno più bello. Dannazione!

Quella notte abbiamo dormito nel parcheggio Gran Montets. La giornata successiva era incantevole e soleggiata. Sono riuscito ad asciugare tutta la mia attrezzatura. Poco dopo le tre del pomeriggio ho preso di nuovo la funivia, questa volta da solo. Ho sciato il ripido ‘Couloir Rectiligne’, schivando i crepacci sul fondo e questo mi ha permesso di rimanere molto più in alto. Soltanto 30 minuti con le pelli per salire al Dru Rognon. Le nuvole sono arrivate gradualmente, come promesso. Ma, a sorpresa, il cielo si è poi aperto. Una stellata meravigliosa. Sembrava molto più freddo.

Alle cinque e mezzo suona la sveglia. Una rapida occhiata fuori dalla porta della tenda con gli occhi assonnati. Cielo sereno. Bene. Fornello acceso. Attrezzatura nello zaino. Alcuni biscotti. Inizio il breve avvicinamento. Ore 07:00, comincio la salita. Duecento metri di arrampicata mista sono buoni come riscaldamento! Poi arrampicata su roccia, ancora con i ramponi addosso, ma con i guanti. Un camino orribile. Odio profondamente i camini. Poi la "fessura Lambert". All’inizio tento di salire una fessura ripida, ma ben presto la abbandono e salgo il diedro. M6, ma sembra di più con due corde sulle spalle! L’angolo cambia gradualmente ed improvvisamente sono nella nicchia. Dopo due ore e mezzo. Molto più veloce di quanto potessi sperare. Tempo per mangiare e bere!

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Ora spreco del tempo andando fino alla cresta che domina l’imponente parete ovest. Scendo in doppia e trovo la linea giusta. Non sono certo il primo, e probabilmente non sarò l’ultimo, a fare questo errore. Quindi: quando raggiungete i grandi blocchi instabili con pezzi di vecchia corda, non andate verso l’alto, verso il bel diedro. Fidatevi invece di quei blocchi sulla sinistra…

La temperatura rimane fredda. Posso vedere il mio respiro. Comincio a salire a mani nude, senza i ramponi. Lascio scorrere la mia corda. Salgo tutti i 70 metri, poi scendo in doppia per a recuperare lo zaino. Il tempo si trascina. Le nuvole sono sempre più vicine. Ma la cima più lontana che mai! Dopo un altro camino d’incastro, dopo molte maledizioni e lotte salgo gli ultimi blocchi che portano alla vetta. Ha iniziato a nevicare. Non riesco a vedere niente. Solo grigio. Ma non mi interessa.

Sono in cima dopo otto ore. Mangio della cioccolata e bevo un po’. Purtroppo con il freddo il liquido è congelato. Attraverso fino alla ‘Breche’. Ora entrambe le corde entrano in gioco, inizio le calate. Tre calate più in basso incontro Jack e Nick ed i loro enormi sorrisi sui volti. Ora nevica davvero. Continuo la discesa in doppia. Alla fine raggiungo l’inizio del canalone. Avvolgo le corde congelate. Arranco attraverso l’oscurità. Enormi crepacci si profilano in avanti, sono troppo al centro del ghiacciaio.

Le tracce della mattina sono nascoste dalla neve appena caduta. C’è una luce color malva, particolare. La luna si mostra brevemente. Poi scompare di nuovo. Gambe stanche mi portano alla mia tenda. Una visione gradita. Tolgo l’attrezzatura, mi infilo nella tenda e accendo il fornello per bere, ne ho bisogno. Più tardi le nuvole vanno via, il cielo è nuovamente sereno. E’ stata una giornata da "Starlight e Storm", da stelle e tempeste!

Tom Ballard ringrazia: Calze GM Sport, Dolomitland, Virna Pierobon Projects e S.C.A.R.P.A.

STARLIGHT AND STORM – LE VIE FINORA SALITE
Cima Grande di Lavaredo, parete nord
Via Comici – Dimai
Prima salita: Emilio Comici, Angelo Dimai, Giovanni Dimai, 13 – 14 agosto 1933
Tom Ballard: 21 e 22 dicembre 2014. 1 bivacco in parete.

Pizzo Badile, parete NE
Via Cassin
Prima salita: Riccardo Cassin, Gino Esposito, Mario Molteni, Vittorio Ratti, Giuseppe Valsecchi, 14 – 16 luglio 1937
Tom Ballard: 6 e 7 gennaio 2015. 1 bivacco in parete.

Cervino parete nord
Via Schmidt

Franz e Toni Schmid, 31/07 – 01/08/1931
Tom Ballard: 10 febbraio 2015. 2 ore 59 minuti

Grandes Jorasses, Parete Nord
Via Colton – Macintyre 
Prima salita: Nick Colton, Alex Macintyre 6 – 7 agosto 1976
Tom Ballard: 08/03/2015. 3 ore 20 minuti 

Petit Dru, Parete Nord
Via Allain – Leininger
Prima salita: Pierre Allain e Raymond Leininger, 1935
Tom Ballard: 14/03/2015. 8 ore

15/10/2014 – Tom Ballard, l’arrampicata nelle vene
Intervista al forte climber ed alpinista inglese Tom Ballard. 

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